La cura fa effetto? NOOOOOOO, meglio
FRANCISCA ha trovato LAVORO, aveva portato il curriculum venerdì e ha fatto il colloqui martedì ; stasera è stata chiamata per prendere servizio, in un negozio di abbigliamento femminile di moda giovani; appena saprò qualcosa vi dirò. Lei, io e Gigi siamo al settimo cielo.
Approfitto del post per allegarvi una risposta che mi ha dato il mio VERO oncologo, il Dott. Buccheri di Alcase..non potete capire!
Cosa fare, quando il Tarceva perde di efficacia?…
lei mi conosce già attraverso il mio blog quindi non le sto a presentare la mia situazione ( adenocarcinoma al IV STADIO, ora in cura con tarceva).
Desidero porle una domanda alla quale il mio oncologo ieri non ha saputo o voluto rispondermi:
quando il TARCEVA non farà oiù effetto esiste qualche altro farmaco dello stesso tipo?
Io sono in un momento di grande infezioni broco-polmonari a causa di virus e vivi nel terrore che il tumore ne approfitti per farsi più forte.
Le ringrazio per la sua cortesia e mi complimento ancora per quanto LEI e l’ equipe di ALCASE fa per aiutare noi malati disorientati: siete voi i miei veri oncologi
MARILENA LOTENI
Tu mi poni una domanda difficile e diretta, e posso capire perché il tuo oncologo sia stato un pò reticente. Devo premettere che non conosco in maniera approfondita la tua storia clinica, per cui posso solo rispondere in termini generali alla tua domanda che ho sintetizzato nel titolo di questo post.
Vi sono diverse cosette che si potrebbero fare, quando malauguratamente, il tuo tumore divenisse davvero resistente. Eccone un elenco, che potrai discutere col tuo oncologo.
- Sostituire il Tarceva con l’Iressa, per un test di almeno 1 mese. Sono farmaci che hanno lo stesso meccanismo d’azione, ma sono stati descritti non rari casi di resistenza all’Iressa, con persistente sensibilità al Tarceva. Non vi è motivo di ritenere che non possa verificarsi l’inverso (cioè, sensibilità all’Iressa e resistenza al Tarceva).
- Riprendere a fare qualche ciclo la chemioterapia e poi ritornare al Tarceva. Vi sono dei report secondo i quali la chemioterapia (soprattutto con Gemcitabina) potrebbe far tornare la sensibilità al farmaco.
- Riprendere la chemioterapia ed associarvi l’Avastin (è dimostrato che questo anticorpo monoclonale incrementa gli effetti della chemioterapia).
- Far determinare, nel campione bioptico del tuo tumore, la presenza di mutazioni del gene ALK per una eventuale terapia con Xalcori (Crizotinib).
- Cercare di entrare in uno studio sperimentale. In un recente post ho spiegato come fare in pratica ad entrarvi (http://www.alcase.it/2012/01/cosa-si-puo-fare-ancora/).
Bene. Spero di esserti stato utile. E mi scuso se ho dovuto assumere un atteggiamento “tecnico”, che può sembrare freddo: non lo sono.
E… non abbatterti mai!… Sei un grande esempio per tanti!…
Gianfranco Buccheri
AH! IRESSE non va bene per le mie mutazioni dell’EGFR
Saluti, oggi sto meglio